English French German Italian Portuguese Russian Spanish
  datario
VEN 29
MARZO
 
jonio
Breaking
Jonio
25/04/2022 16:41:16 Rogliano: Serata di premiazioni per poeti e narratori     18/01/2022 17:40:14 VACCARIZZO A./SINDACO RINGRAZIA ASP E VOLONTARI SONO 31 I CASI DA ACCERTARE     29/12/2021 14:08:00 Vaccarizzo Albanese - Domenica 16 gennaio 2022 nuovo vax day     09/03/2021 16:12:28 Acri: Le occasioni formative dell’Istituto Falcone     13/02/2021 19:56:03 «Solo 89 comuni calabresi superano il 65% di raccolta differenziata»  
txtRICERCA
 
 
 
 
 
 

Reclame
 
 

DISSESTO IDROGEOLOGICO, ISTITUZIONI ASSENTI AD OGNI LIVELLO
QUALE PREVENZIONE NELLA PIANIFICAZIONE URBANISTICA?
 lunedì 17 agosto 2015 13:36
DISSESTO IDROGEOLOGICO, ISTITUZIONI ASSENTI AD OGNI LIVELLO Pianificazione urbanistica, sta qui la vera prevenzione. Urge il QTRP, il Quadro Territoriale Regionale Paesaggistico, la mappa dei pericoli e dei rischi di origine naturale e di origine antropica. Allargare il dibattito al mondo della scuola. La prevenzione è anche informazione ed educazione, quella che una volta si chiamava educazione civica.



è l’allarme che lancia Tonino CARACCIOLO, già Coordinatore Tecnico del PAI, già Sindaco di Rossano, e consulente esperto del QTRP.



Per qualche giorno ancora - dichiara - appariranno (a parte la stampa nazionale che qui non ha visto i tanti angeli del fango!) articoli sul dissesto idrogeologico spaziando dall’erosione costiera alle frane ed alle alluvioni (in realtà i rischi territoriali sono tanti ma poco noti). Quel che risalta agli occhi di tutti è l’assenza delle istituzioni. I Comuni in primis. Perché, se la soluzione del problema è la prevenzione, si converrà che il primo luogo dove essa si pratica è la pianificazione urbanistica.

I famosi Piani Strutturali Comunali, ormai famigerati per i continui rinvii, i quali, se fosse entrato in vigore il QTRP (Quadro Territoriale Regionale Paesaggistico), dovrebbero obbligatoriamente contenere una mappa dei pericoli e dei rischi territoriali distinti in due classi: quelli di origine naturale (Rischio frana, Rischio alluvione, Rischio erosione costiera, Rischio desertificazione, deficit idrico, subsidenza, sinkholes, Rischio tsunami, Rischio sismico) e quelli di origine antropica (Rischio sanitario, Rischio ambientale, Rischio di incidente rilevante, Rischio incendio boschivo, Rischio erosione e consumo di suolo). Si tratta di una mappatura da redigere secondo un preciso disciplinare metodologico che lo stesso QTRP definisce.

Si pensi alle frane. Il QTRP prevede non solo che si censiscano quelle esistenti ma che si compia una analisi della suscettibilità alle frane. Si tratta di una metodologia oggetto di numerose ricerche che, sulla base del peso di vari parametri (litotecnica, copertura vegetale, uso del suolo, pendenze, ecc) definisce la probabilità che un versante possa essere soggetto a movimenti franosi. Una metodologia simile riguarda il pericolo delle esondazioni. Anche in questo caso i modelli afflusso-deflusso delle acque nei bacini idrografici in uno con il modello digitale del terreno consentono di definire lo spettro delle probabilità degli eventi alluvionali. Per l’erosione costiera un buon modello non può che essere basato sui dati meteo marini relativi ai fondali, alle correnti ed al moto ondoso.

è del tutto ovvio che una volta redatta la Carta dei Rischi ne discenda come conseguenza logica l’interdizione o la limitazione all’uso, nell’ambito dei Piani Strutturali Comunali, per una serie di attività antropiche a partire da quelle edilizie. So bene che a questo punto del ragionamento i Sindaci sollevano l’obiezione circa i costi di simili attività di prevenzione. Ma qui entra in gioco la Regione con il suo carico di responsabilità che oltre a fornire ai Comuni assistenza, contributi finanziari e dati utili dovrebbe essa stessa essere prima attrice delle politiche di prevenzione dei rischi. Ma questo argomento potrà essere oggetto di un altro intervento tanto è vasta la materia ma giova sottolineare che senza un piano intersettoriale e pluriennale per la prevenzione non si va da nessuna parte.

Qui basti segnalare che il QTRP è ancora fermo al Consiglio Regionale; che il Piano di assetto Idrogeologico attende un aggiornamento esaustivo, completo e attualizzato previa esecuzione di un volo (utilissimo ai Comuni) per fotografare lo stato attuale del territorio che oggi è disponibile a costo quasi zero; che la rete di monitoraggio meteo marino realizzato 12 anni fa per misurare le correnti ed il moto ondoso non funziona più; che la rete di 17 stazioni GPS della Regione non viene utilizzata per il monitoraggio delle frane; che la Legge sull’amianto non è ancora attuata e quella sul radon è ferma come proposta al Consiglio Regionale, che la gestione delle foresta prescinde stranamente dalla protezione del suolo.

La complessità dei problemi, la loro natura intersettoriale e quindi interdipartimentale, richiede un nuovo e differente approccio che metta in primo piano la sicurezza del territorio il cui paradigma ancora una volta si chiama prevenzione. Forse, su queste tematiche non sarebbe inutili aprire un dibattito allargato alle scuole perché la prevenzione è anche informazione ed educazione, quella che una volta si chiamava educazione civica.
    COMUNICATO STAMPA
Visualizza in pdf
 

 
 
 
#caracciolo #pianificazione #dissesto #idrogeologico
 
QR-Code
Copyright © 2014-2024 Corigliano Informa Tutti i diritti riservati. Direttore editoriale Giacinto De Pasquale
Accesso Riservato Powered by by Giovanni Gradilone