Si assopiscono alcuni, altri dormono un sonno profondo. Son tutti lì, comunque, in una stanza del cuore, la più remota, della quale nessuno ha la chiave. Non li vedi e non li senti, ma ci sono. Muti, invisibili, essi, i ricordi, vivono come in un lungo letargo, fuori dal tempo e dallo spazio. Un bel giorno, poi, ecco, uno d’essi, imprevisto, impensato, t’appare d’un tratto e riprende con te quel filo interrotto della favola antica. E così, oggi, 21 marzo, torna a me il tuo ricordo, Padre, per donarmi um momento d’incanto.
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