|   Il 31 dicembre del 1974, in una notte terribile, buia, fredda e piovosa, dodici figli di Schiavonea salparono e non fecero più ritorno dai loro cari. Appartenevano alle famiglie Celi e Curatolo. I due pescherecci Nuova Sant’Angelo e Madonna Santissima si inabissarono a causa delle terribili condizioni meteorologiche di quella notte. Questo di Luigi Visciglia vuole essere un piccolo omaggio alla memoria dei Pescatori scomparsi e alla fervida Comunità di Schiavonea. Luigi Visciglia è l’unico coriglianese ad aver scritto un componimento in memoria di questo tragico evento.
 
 
 SONO PARTITI
 (Bologna, novembre 1976)
 
 Buia era la notte a Schiavonea.
 Fredda era l’aria.
 Calma la marea.
 Presero i pescator le reti
 e verso le barche andarono.
 Dolce era lo sciacquio delle onde
 contro le barche e i remi.
 Il mare sedava i volti emaciati e stanchi,
 illuminati dalla secolare luna.
 Ed Eolo mosse gli zeffiri per
 dissimular l’inganno atroce.
 Fredda era l’aria.
 Calma la marea.
 Le barche salparono.
 Ma repentina la natura mutò
 quel pelago in un tumulto.
 Le barche, piroettando in vortici,
 si discolarono e si dilaniarono,
 mentre torvo era l’aspetto
 di Nettuno che li frodò.
 Invano gli alacri pescatori cercarono
 di sedare quei ringhiosi numi.
 Insino esausti, stanchi
 per quell’ambage mortale,
 caddero in mare e la
 terra più non videro.
 Ed il notturno astro vegliava,
 fra i gemiti, i lamenti, di color
 che la spiaggia videro scomparire
 ai loro occhi ansanti di salvezza.
 Fredda era l’aria.
 Chiara era la giornata.
 E le mamme disperanti,
 sole, su quel lido affollato,
 dagli occhi e dal cor sgorgavan lacrime.
 Calliope, presa da tant’orrore,
 invocò Urvashi, che danzando
 e canticchiando un soave ritornello,
 li trasportò dal pelago alle stelle.
 
 Luigi Visciglia
 
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