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Gli ulivi di Puglia: difenderli per difendere i nostri diritti
 giovedì 6 aprile 2017 12:11
Gli ulivi di Puglia: difenderli per difendere i nostri diritti A pochi chilometri dalla nostra terra accade un fatto che, inevitabilmente, segnerà anche il nostro futuro. Il Governo italiano, fregandosene del parere di decine di amministratori locali (circa 70), degli ultimi due governi regionali (Vendola ed Emiliano), di migliaia di cittadini pugliesi e non solo, ha deciso che gli interessi di una società privata siano “strategici” rispetto alla vita, al diritto all’autodeterminazione ed alla tutela ambientale di un pezzo di questo Paese.
Rispetto per l’ambiente, sviluppo agricolo, interessi turistici vengono messi in un angolo dalla necessità di permettere l’approdo di un gasdotto (TPA) sulla costa di Melendugno. Una costa splendida, incontaminata che attira ogni anno decine di migliaia di visitatori, facendo del Salento un esempio virtuoso di sviluppo turistico nel Sud Italia.
Il governo, rispetto all’ultima interrogazione presentata da Sinistra Italiana sulla vicenda, accompagnata da un esposto in procura per le gravi denunce fatte dall’Espresso per tangenti ed episodi di corruzione, parla di “interessi strategici” ma dimentica di spiegare che, ad esempio, il fabbisogno di gas del nostro Paese è ampiamente supportato (per almeno il doppio) dagli impianti esistenti. Dimentica di dire che i posti di lavoro stabili che verranno garantiti sono pochissimi ed, al contrario, migliaia saranno quelli che si perderanno nel comparto agricolo ed in quello turistico. Dimentica di dire che si stabilisce un principio: l’interesse del privato – una multinazionale – vale più di quello di una comunità. Viene cancellato il diritto di chi vive in un determinato luogo a scegliere come pensare la propria terra.
Decine di sindaci, in gran parte iscritti a quello stesso partito che governa a Roma, presi a manganellate dalla polizia per difendere interessi particolari e, spesso, tangenti e malaffare. Il tutto garantendo un rapporto commerciale con una nazione il cui rispetto per diritti umani e legalità è alquanto opinabile…Ma del resto i governi PD (Letta, Renzi e Gentiloni) non hanno mai mostrato di preoccuparsi di fare accordi con governi sanguinari (Eritrea e Libia per citarne alcuni).
Noi calabresi abbiamo avuto un piccolo esempio dell’arroganza governativa in occasione delle trivellazioni petrolifere. Abbiamo rischiato ancora con la stagione del Ponte sullo stretto. Lo viviamo con l’eolico imposto nonostante ci siano forti preoccupazioni su un coinvolgimento delle organizzazioni criminali.
Oggi, dopo la cancellazione del divieto a procedere alla trivellazione petrolifera entro le 12 miglia dalla costa, rimangiandosi tutte le promesse pre-referendarie, la situazione diventa, se è possibile, addirittura peggiore. Il governo concede un altro regalo abnorme alle industrie petrolifere, mettendo in un angolo la volontà delle comunità interessate. Immediata dovrebbe essere la levata di scudi dei governi regionali ed in particolare di quello pugliese e calabrese. Se sul primo non abbiamo dubbi, sul secondo siamo certi che osserveremo la solita patetica sceneggiata: silenti e servi dove conta, presenti ipocritamente nelle manifestazioni di piazza. La certificazione di uno sdoppiamento di personalità che è divenuta la regola di chi governa la Calabria. Lo fanno nella sanità quasi a far finta che non governino a Roma come a Catanzaro, lo continueranno a fare anche in questa occasione. E saranno le stesse facce che si stanno preparando a parlarci di termovalorizzatori e/o inceneritori da piazzare nella Piana di Sibari; saranno gli stessi che ci spiegheranno che a Scala Coeli e Celico bisogna costruire discariche perché “è necessario”; saranno gli stessi che amministrano – male – questa terra da decenni e l’hanno resa la più povera d’Italia.
Per questo, credo, sia necessario osservare con attenzione quello che accade sulle spiagge di Melendugno. Non sono in gioco pochi ulivi secolari e qualche paranoica idea ambientalista. E’ in discussione il nostro diritto a decidere delle nostre vite. Ed è tragico che a metterlo in discussione siano gli eredi (illegittimi) di chi questo Paese lo ha reso grande.

Alberto Laise Assemblea Provinciale Sinistra Italiana
    COMUNICATO STAMPA
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