I MILITARI DELLA CAPITANERIA DI PORTO DI CORIGLIANO IMPEGNATI IN DIVERSE ATTIVITÀ DI CONTROLLO ABIENTALE
Elevate sanzioni per oltre un milione e mezzo di euro, eseguiti 15 sequestri e denunciate 35 persone.
sabato 27 giugno 2020 16:58
 
I militari della Capitaneria di Porto di Corigliano impegnati in diverse attività di controllo abientale

A conclusione di una complessa attività di indagine in campo ambientale delegata dalla Procura della Repubblica di Castrovillari, condotta per un intero anno sul vasto territorio della Provincia di Cosenza, i militari della Capitaneria di Porto – Guardia Costiera di Corigliano Calabro hanno denunciato trentacinque persone, resesi responsabili a vario titolo di violazioni delle norme del Testo unico Ambientale. Sono state elevate, inoltre, trenta sanzioni per un importo totale di euro 1.590.000 per scarichi oltre i limiti consentiti dalla legge, nonché per mancanza delle relative autorizzazioni ed eseguiti 15 sequestri relativi ad impianti di depurazione e ad aree deturpate da fonti inquinanti.
L’attività rientra nel Protocollo di intesa stipulato tra la Procura della Repubblica di Castrovillari, Capitaneria di Porto di Corigliano Calabro, Reparto Operativo Aereonavale della Guardia di Finanza di Vibo Valentia e Regione Calabria. Gli accertamenti presso i siti che insistono nei Comuni di Corigliano Rossano (CS), Crosia (CS), Altomonte (CS), Cassano allo Ionio (CS), San Giorgio Albanese (CS), Mandatoriccio (CS), Bocchigliero (CS), Santa Sofia d’Epiro (CS), Firmo (CS) e Lungro (CS), si sono concretizzati, in particolare, nel sequestro di: 420 metri cubi di rifiuti speciali non pericolosi derivanti dal ciclo depurativo di reflui urbani (fanghi, vaglio e sabbie di depurazione)presso sette impianti di depurazione comunali; 5 impianti di depurazione comunali; una condotta interrata e tre pozzetti di raccolta di un frantoio le cui acque venivano convogliate direttamente in un torrente tutelato da vincolo paesaggistico; circa due chilometri lineari di letto di torrenti tutelati da vincoli paesaggistici, inquinati in modo significativo dallo scarico di reflui fognari mal depurati. Inoltre, all’interno dell’area fluviale del Fiume Trionto, nel corso delle verifiche ambientali, i militari della Guardia Costiera hanno posto sotto sequestro un’area di dimensioni pari a 17 campi da calcio, per un totale di circa 120.000 mq di terreno interessato dal deposito incontrollato, ad opera di ignoti, di un ingente quantitativo di rifiuti speciali gran parte dei quali catalogati pericolosi dalla vigente normativa. Nella circostanza, su delega della Procura di Castrovillari, la Guardia Costiera ha interessato l’Agenzia Regionale Protezione Ambientale Calabria la quale, a seguito di caratterizzazione del suolo, ha accertato la presenza di minerali dell’amianto in tutti i campioni prelevati, oltre che di numerosi altri rifiuti provenienti da operazioni di costruzione e demolizione (cemento, mattoni, mattonelle e ceramiche), rifiuti ingombranti (mobili e parti di mobili), lavatrici, frigoriferi ed altri elettrodomestici fuori uso, rifiuti urbani indifferenziati, rifiuti metallici residui dalla dismissione degli arredi delle abitazioni, rottami di lastre di vetro e pneumatici. Sull’intera area, affidata in custodia al Comune di Crosia, sono state avviate le operazioni di bonifica ambientale. In un’altra occasione, i militari della Guardia Costiera hanno sequestrato un impianto di depurazione sito nel Comune di Santa Sofia D’Epiro (CS), ove è emersa la presenza di un sofisticato sistema di bypass che da un depuratore in disuso confluiva reflui fognari direttamente nel fiume Crati, mediante l’utilizzo illegale di una condotta. Per poter accertare la provenienza dell’immissione illecita, la Capitaneria di Porto ha ricostruito a ritroso il percorso della condotta fognaria, dal fiume oggetto di inquinamento al luogo ove è presente la maggiore concentrazione delle varie società/ditte ubicate nella zona industriale del Comune, regolarmente allacciati alla rete fognaria, per poi localizzare in tale zona lo sversamento abusivo mediante l’utilizzo di liquido tracciante.
L’attività in difesa dell’ambiente – assicurano in Capitaneria di Porto – proseguirà a tutela del cittadino e, in particolare, allo scopo di contrastare l’inquinamento dell’ambiente marino.

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