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Cadono i divieti di spostamento, l’Italia riapre. Santelli “fiduciosa per l’estate”
I dati dell’Istituto superiore di sanità spingono verso la riapertura completa del paese
 sabato 30 maggio 2020 17:42
Cadono i divieti di spostamento, l’Italia riapre. Santelli “fiduciosa per l’estate” “Al momento non c’è in Italia alcuna situazione critica relativa all’epidemia di Covid-19”. I dati dell’Istituto superiore di sanità spingono verso la riapertura completa del paese: il 3 giugno cadranno i divieti di spostamento e sarà possibile tornare a muoversi liberamente in tutta Italia, dopo quasi tre mesi. La conferma arriva dal ministro della Salute Roberto Speranza al termine del vertice convocato dal premier Giuseppe Conte con i capi delegazione della maggioranza, ribadendo però che da qui a martedì continuerà ad essere monitorato l’andamento della curva. Gli scienziati infatti avvertono: l’incidenza dei casi “è molto eterogenea” sul territorio nazionale, ci sono Regioni con un numero molto elevato e altre a basso contagio; ecco perché, nel momento in cui aumenterà “la frequenza e l’entità” della circolazione nel paese, bisognerà avere molta cautela ed essere pronti a isolare gli eventuali nuovi focolai. “Dobbiamo continuare sulla strada intrapresa con gradualità” aveva spiegato prima del vertice con Conte il ministro Speranza. Ai capi delegazione della maggioranza, ai ministri Francesco Boccia, Luciana Lamorgese e Luigi Di Maio e al sottosegretario Roberto Fraccaro, ha illustrato l’andamento della curva e il monitoraggio relativi alla settimana dal 18 al 24 maggio, quella che ha coinciso con la riapertura di bar, ristoranti negozi e, anche, con i primi ‘assembramenti’ nelle piazze della movida. In sostanza, ha detto, il famigerato Rt (l’indice di trasmissibilità del virus) è sotto l’1 in tutte le Regioni, il trend dei nuovi casi è in diminuzione e anche se alcuni territori hanno ancora una base numerica molto alta, c’è una buona capacità di reazione del sistema sanitario. Dunque discorso chiuso? Se i dati non precipiteranno nei prossimi quattro giorni, si. Anche perché il pressing sul governo per riaprire tutto il paese il 3 è stato fortissimo: da governatori, opposizione, categorie economiche e anche da chi nella maggioranza finora non si era sbilanciato. Per riaprire i ‘confini’ non ci sarà neanche bisogno di un nuovo Dpcm: quello in vigore prevede infatti il divieto di spostamenti infraregionali fino al 2 mentre a partire dal giorno successivo questi possono essere “limitati solo con provvedimenti adottati ai sensi dell’articolo 2 del decreto-legge 19 del 2020, in relazione a specifiche aree del territorio nazionale, secondo principi di adeguatezza e proporzionalità al rischio epidemiologico effettivamente presente in dette aree”. Decidendo di riaprire tutto il paese, il governo dovrà però tenere conto di due elementi. Innanzitutto, nell’analizzare i dati, gli scienziati hanno sottolineato più volte che il virus è tutt’altro che sconfitto, visto che sono già stati individuati “nuovi focolai” e che la situazione è “epidemiologicamente fluida” in molte Regioni. Dunque se anche si decide di riaprire ci deve essere il “rispetto rigoroso” delle misure di distanziamento, igiene e divieto di assembramento. Non solo: i sistemi sanitari devono continuare ad essere rafforzati per fronteggiare una possibile risalita dei contagi e bisogna essere pronti, come dice il viceministro alla Salute Pierpaolo Sileri, ad isolare eventuali zone rosse: “in caso di variazioni possono essere necessari passi indietro chirurgici”. Perché queste sono le uniche ‘armi’ a disposizione per contrastare la diffusione. L’altro aspetto è invece tutto politico politico. Ed è la preoccupazione di diverse Regioni, soprattutto quelle del centro sud che hanno un numero di casi molto basso, di trovarsi il virus in casa per gli spostamenti di chi arriva da territori dove invece la circolazione del Covid è molto più alta. Un timore già espresso nei giorni scorsi da Sardegna, Sicilia e Puglia alle quali oggi si sono aggiunti anche il Lazio e la Campania, con Vincenzo De Luca che come al solito non ha usato giri di parole: “è del tutto ragionevole – ha detto il governatore campano – che se c’è un territorio con un altissimo numero di contagiati, questo territorio debba avere delle limitazioni alla mobilità”. Per questo il ministro degli Affari Regionali Francesco Boccia sentirà uno ad uno i presidenti delle Regioni – al momento non è infatti prevista una riunione della Conferenza Stato-Regioni – proseguendo quel confronto che va avanti ormai da una settimana e che continuerà fino al 3. Ribadendo un concetto già espresso: si riparte tutti insieme. Chi invece non ha mai avuto dubbi ed ha spinto sulla riapertura del 3 giugno è la governatrice della Calabria Jole Santelli “capisco la preoccupazione ma credo che fosse importante riaprire l’Italia. Per quanto riguarda le zone che mantengono un alto tasso di contagio credo che sia abbastanza facile. È importante predisporre dei controlli da fare però in partenza e vigilare così su quelle zone, ma penso che fosse assolutamente necessario riaprire il paese”. ha spiegato la presidente ai microfoni del Gr1 Rai.” Sono fiduciosa per questa stagione – ha aggiunto – credo che le persone, sia i singoli cittadini che gli imprenditori e le aziende, abbiano compreso le regole che bisogna seguire e quindi possiamo affrontare questa stagione estiva, ovviamente con tutte le difficoltà che ci sono in termini imprenditoriali ed economici, ma in maniera più serena. Da parte nostra, continuiamo il monitoraggio come lo stiamo facendo da tempo. Siamo ormai ad oltre 1.700 tamponi al giorno. Abbiamo fatto il monitoraggio di chi è arrivato in base all’ultimo decreto, che permetteva il ritorno nelle case di residenza. Abbiamo fatto il circa seimila tamponi complessivi – ha concluso la Santelli – e i numeri dei positivi sono stati decisamente molto bassi. Quindi questo ci conforta nel decidere per una riapertura più tranquilla e in sicurezza”.
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#si riapre il 3 giugno
 
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